La prima riflessione di questo Blog è sull’Amore, più precisamente Agape che vuol dire amore, quel tipo di amore dato liberamente, amore senza limiti. Per molti, questo è un tempo di separazione, di distanza da famiglia e amici. Sarà un Natale silenzioso, intimo, lontano dai nostri cari, ma in realtà non saremo soli, i legami con i nostri famigliari e le persone che amiamo trascendono le distanze. Le linee di comunicazione restano aperte. Dobbiamo essere grati per questo.
RIFLESSIONE
Se c’è una cosa che l’amore ci regala è la fine della separazione. Se ci sentiamo ricacciati in qualche modo in noi stessi, se ci sentiamo soli e isolati, considerate cosa ci fa sentire così. Con cosa abbiamo perso contatto, nel mondo, nelle nostre relazioni, nelle nostre esperienze di vita e, soprattutto, in noi stessi? Quali emozioni portiamo nel nostro cuore, e come queste emozioni danno il colore a ogni cosa?
Se l’amore non è alla base delle nostre esperienze, allora la mancanza dell’amore e tutto quello che che accompagna questa mancanza finirà per nasconderlo del tutto. Quando le nostre attività diventano un fardello, quando le nostre relazioni sono una fonte di dolore al cuore, quando il piacere naturale è sostituito da tensione e ansietà, sappiamo che abbiamo perso in qualche modo la capacità di amare. Ma malgrado la pena che accompagna questa scoperta, questa consapevolezza ha il suo scopo, perchè può finalmente incoraggiare la riflessione su cosa ci manca. Cosa è l’amore? Da dove viene, e quale è il risultato naturale dell’amore? Soprattutto, come potremmo sia godere che offrire la pienezza dell’amore?
Nel cercare risposte a queste domande siamo spinti dal più profondo dei desideri. Cerchiamo la fonte della felicità umana, il principio dell’amore.
E parlando di dedicazione, la dedicazione è una cosa bellissima, è l’offerta di qualcosa ad un altro a riconoscimento di un debito che abbiamo, di solito un debito di amore.
Quando dipinti quale la “Nascita di Venere” vennero creati era prevalente l’idea che fosse possibile un altro tipo di dedica, una dedica agli Dei, che dedicando i nostri sforzi in questo modo fosse possibile chiedere ai poteri celesti di scendere ad aiutarci. Come se, per magia, questi poteri potessero essere incorporati nelle cose che l’artista creava e che, in contemplazione di questi oggetti, questi poteri potessero trasferirsi dentro di noi e nutrire la nostra anima. Allora quando dedichiamo i nostri pensieri alla memoria del principio dell’amore, inevitabilmente tutto quello che questa Dea incarna viene risvegliato dentro di noi, malgrado questi poteri siano presentati dai poeti come abitanti in posti lontani o perfino aleggiando intorno alla terra nell’armonia planetaria, in verità essi sono dentro di noi che aspettano di essere risvegliati.
Nell’ultimo atto del “Mercante di Venezia” quando ogni conflitto è finito, lo spirito dell’amore, che è rimasto nascosto dietro ogni azione del dramma, risale alla superficie e tutto si trasforma in un inno all’amore. I personaggi sono pieni d’amore, e inevitabilmente le loro parole risvegliano lo spirito dell’amore fra gli spettatori.
L’azione si sposta dal giorno alla notte e Lorenzo volgendo lo sguardo verso la notte stellata dice queste parole all’amata Jessica:
Vieni, Jessica, siedi. Guarda l’immensa distesa del cielo
come scintilla di patène d’oro:
Non c’è una stella, per quanto minuscola,
che non canti con una voce d’angelo nel suo moto orbitale,
e non s’unisca sempre cantando in coro ai cherubini.
E questa musica sta pur nella nostra anima immortale,
anche se noi non possiamo sentirla,
finché resta racchiusa in questo involucro nostro d’argilla, rozzo e corruttibile.
In questi versi la questione è chiaramente posta davanti a noi. Quando siamo posseduti dalle cose materiali diventiamo sordi all’armonia dentro le nostre anime. Pensando di essere solo una entità fisica e non spirituale, gli organi della percezione nel nostro profondo, dove giace il vero potere di liberare il divino dentro di noi, restano addormentati.
Riconoscendo il potere dell’amore e facendo ogni cosa in nome dell’amore, evochiamo coscientemente lo spirito dell’amore e consentiamo a quello spirito di impregnare tutto ciò a cui ci dedichiamo con la nostra mente e le nostre mani. Così facendo, quelli che vengono in contatto con noi riacquistano a loro volta il contatto con l’amore.
Questa è l’intenzione di questi messaggi. Speriamo funzioni.
PRATICA:
Portate sempre con voi l’immagine dell’amore, in qualunque forma vi piace. Dedicate le vostre azioni, anche mentre si svolgono. Anche il piu’ breve dei pensieri ha i suoi effetti, un sorriso nella direzione dell’amore.